Decolliamo da Melbourne con un grigio cupo, lo stesso che nei giorni precedenti ci aveva portato l’alternarsi di sole e pioggia, verso il Red Center, il centro Australia, Alice Springs.

Alice Springs, dove la terra è rossa…

Il display sul sedile davanti a me dice che ci separano da Alice Springs, punto strategico per il tour a Uluru, circa 1800km pari a poco più di due ore e mezzo di volo… giusto il tempo per guardarmi “Battleship”, visto che la mia compagna di viaggio ha scambiato il rumore dei motori degli aerei per una ninna nanna e non appena si accendono crolla addormentata come succede con gli incantesimi nelle favole!

A circa 30 minuti dalla fine del film apro l’oblò per vedere che succede fuori… nessuna nuvola, visibilità perfetta. Una enorme macchia bianca si avvicina è il lago Eyre, il più grande lago salato del mondo. Ci sono voluti circa 5 minuti di volo per superarlo, mi spiace non potervelo documentare ma ho dovuto tenere spento telefono (nonostante la modalità aereo) e la macchina fotografica su richiesta del personale di bordo (mah!?).

Il panorama ora cambia, dal bianco splendente del lago salato passiamo al rosso del deserto Australiano. In tutte le direzioni c’è deserto che ad una prima vista da 10km di altitudine non sembra essere molto sabbioso!

Dal fondale rosso si staccano le sealed roads, le strade, poche e lunghe a perdita d’occhio, attraversano il deserto australiano per tutta la sua lunghezza da nord a sud e da est ad ovest… interminabili! 

Il deserto completamente rosso ha lasciato il posto ad alcuni piccoli rilievi contornati da pozze d’acqua (nel deserto?) e vegetazione verde…I motori riducono i giri, a breve mi sa che inizieremo la discesa verso l’aeroporto di Alice Springs, il film è finito giusto ora: carino, pieno stile americano e finale decisamente scontato!

Eccoci a terra, la pista dev’essere corta dal grado di frenata! La percorriamo al contrario verso l’area di arrivo, sembra un aeroporto giocattolo, spazio per uno – massimo due – velivoli commerciali alla volta, passeggeri che scesi dalla scaletta salutano il personale di terra come se si conoscessero (e magari è così) da una vita… Seguita la freccia “Terminal”, sembra di essere alla Hawaii, vento fresco e sole cocente… in camicia si sta bene!